La tecnica soffiato è così definita perché gli artigiani espandono e modellano il vetro, soffiando aria all’interno di una lunga canna di metallo ad esso collegata, come vuole la tradizione millenaria dell’arte vetraria. Questa azione antichissima, unita all’esperienza e all’abilità dei maestri vetrai, trasforma il semplice vetro in veri capolavori artistici, unici nel loro genere.
Collezione Deco: Sono gli anni ’30 e l’Art déco fa nascere in tutta Europa l’interesse per lo stile ornamentale opulento, fatto di nuove forme, materiali e tonalità. Il vaso Dèco compie il suo grande ingresso in scena
Arte, Colore, Qualità, Unicità e Artigianalità danno vita a collezioni in vetro soffiato e lavorate a mano che generano opere d’arte firmate esclusivamente VENINI. Oggetti nati dallo studio e sperimentazioni in collaborazione con i maestri vetrai
Napoleone Martinuzzi, scultore, designer e imprenditore del settore vetrario, si è formato all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Prediletto da D’Annunzio, dal 1917 esegue per questi diverse opere. Dal 1922 al 1931 ha diretto il Museo Vetrario di Murano. In seguito ha lavorato per la Succ. Andrea Rioda e fondato con Paolo Venini e Francesco Zecchin la “Vetri Soffiati Muranesi Venini & C.” di cui è direttore artistico. Dopo un periodo iniziale in cui ha portato avanti i concetti artistici del suo predecessore Vittorio Zecchin, creando bellissimi pezzi in vetro soffiato, arriva a elaborare un proprio stile, derivandolo dall’esperienza come scultore. Nel 1932 lascia la VENINI e fonda la “Zecchin-Martinuzzi Vetri Artistici e Mosaici” con Francesco Zecchin, per cui realizza vetri raffinati, opachi e pulegosi di notevole effetto plastico
Paolo Venini, avvocato milanese con una lontana tradizione familiare nella lavorazione del vetro, ha fondato assieme a Giacomo Cappellin, antiquario, l’azienda che porterà il nome VENINI nel 1921. Creata con l’obiettivo di trasformare il classico mestiere del vetraio in arte innovativa, capace di diventare velocemente protagonista delle Triennali di Milano, delle Biennali di Venezia e di esposizioni in tutti i paesi d’Europa e degli Stati Uniti. Un risultato reso possibile dalla sinergia, promossa dallo stesso Venini, tra maestri, designers e architetti di tutto il mondo, al fine di anticipare e orientare il gusto, dando un’identità precisa a ogni modello uscito dalle sue fornaci. Le sue sicure scelte estetiche, unite alla grande qualità dei prodotti, hanno procurato alla sua vetreria un successo di critica e di pubblico crescente. Egli stesso si è dedicato al design fin dai primi anni trenta: del 1936 sono i vetri Diamante e, in collaborazione con Carlo Scarpa, le Murrine romane.